Già il mese scorso si era espressa, riguardo le problematiche respiratorie post-Coronavirus, la Dott.ssa Cinzia Gambarini, Primario di Pneumologia dell’Ospedale di Circolo di Varese, che aveva dichiarato: “In alcuni pazienti il Covid-19 provoca danni ai polmoni che dovremo tenere sotto controllo per mesi e può risultare importante anche nei soggetti giovani. La riabilitazione è lunga e complessa. Fortunatamente abbiamo un’equipe di fisioterapisti del respiro eccezionali”.
Oggi però, 26 maggio 2020, dopo il meeting della Società Italiana di Pneumologia, lo scenario è ancor più preoccupante: dopo l’infezione da Covid-19 i polmoni sono a rischio per almeno 6 mesi ed il 30% dei guariti avrà problemi respiratori cronici.

Spiega, infatti Luca Richeldi, Professore delle Malattie dell’Apparato Respiratorio presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCSS, Università Cattolica del Sacro Cuore (Roma), nonché membro del Comitato Tecnico Scientifico: “Gli esiti fibrotici, ovvero le cicatrici lasciate sui polmoni dall’infezione causata da virus SARS-CoV-2, possono comportare un danno respiratorio irreversibile e costituiranno una nuova patologia di domani ed “una nuova emergenza sanitaria”.
Il monito è quindi di non abbassare la guardia, rispettando le norme anti contagio ed allo stesso tempo di attrezzare e rafforzare i reparti di pneumologia degli ospedali italiani.
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