Immigrazione clandestina: quando Stato e mafia sono grandi alleati!

Un ampio focus per capire quanto la problematica dell’immigrazione non sia un problema, ma una volontà.

Inquadrare la località

Vittoria. Una cittadina senza Sindaco ne giunta, commissariata per mafia, di circa 60.000 abitanti, di cui un quarto immigrati; la maggior parte con permesso di soggiorno provvisorio. Legalità ed illegalità coesistono da sempre, come in un abbraccio indissolubile; una cittadina in cui tutto è in sul filo del rasoio: tra ciò che la legge permette e ciò che vieta. Dove l’acqua corrente, ancora oggi, nelle abitazioni di alcuni quartieri è una cosa sconosciuta; grandi serbatoi dovrebbero essere riempiti dai camion cisterna comunali, ma che non vedendosi mai, costringono i cittadini, dallo spirito aperto e disponibile verso i turisti, a comprare l’acqua da società private. Il tutto contornato da aride campagne, uliveti e fichi d’india; muretti a secco e casolari di pietre chiare, per lo più abbandonati e decadenti. L’arrivo dei migranti, qui a Vittoria, non è un fenomeno recente; i primi sbarchi iniziarono negli anni ’80. Oggi però, sta diventando una vera e propria piaga sociale.

Hotspot

I migranti salvati in mare, o che riescono ad arrivare sulle coste siciliane, vengono portati negli hotspot: strutture allestite a partire dal 2015, per volere dell’Unione Europea, finalizzate alla rapida identificazione e registrazione. La più vicina struttura di questo tipo, una delle più grandi d’Italia, è sorta nella zona portuale di Pozzallo. Gestita direttamente dalla prefettura di Ragusa, i migranti, che spesso tentano la fuga prima del riconoscimento, sono controllati e sorvegliati dalle forze dell’ordine, prima di essere trasferiti in un centro d’accoglienza.

I tentativi di fuga

Molti si chiederanno perché i migranti che vengono salvati e condotti in un hotspot tentino la fuga. Una domanda più che lecita considerato che godono di assistenza medica e di prima necessità. La risposta sta nelle leggi internazionali: una volta registrati in Italia, non possono più richiedere “asilo” o “status di rifugiato” in altri Stati. La maggior parte dei migranti in Italia sarebbe solo di passaggio; vorrebbero infatti raggiungere la Francia e la Germania, dove in molti hanno parenti o amici. I tentativi di fuga sono quindi spesso finalizzati al ricongiungimento.

Perché non consegnare gli immigrati ad altri Stati europei?

La risposta è molto semplice: il binomio Stato-mafia, che in Italia non è mai stato sconfitto. I migranti, il più delle volte, sono una triplice fonte di guadagno una volta assegnati ai campi di accoglienza: grandi fondi statali per il loro mantenimento, caporalato e manodopera, se così possiamo chiamarla, per la gestione di spaccio e prostituzione. Queste sono le principali attività che lo Stato ben conosce e permette qui a Vittoria e nei Comuni limitrofi.

Campi d’accoglienza: più migranti, più soldi per la mafia

Prendiamo in esame un campo d’accoglienza tra i più grandi di Vittoria: capienza massima 120 ospiti. In base ai bandi di concorso, lo Stato versa alla società cooperativa che gestisce la struttura una media di 30 euro giornalieri per ogni “ospite” registrato, in altre parole 108.000 euro al mese, di cui solo 8.000 vengono distribuiti tra gli immigrati (70 ero al mese ciascuno).

Per il mantenimento di una vecchia cascina con una quindicina di alloggi per famiglie, un dormitorio maschile, servizi, cucina, refettorio e qualche dipende, servono davvero 100.000 euro al mese? Oppure lo stato versa in modo “pulito” soldi alla mafia?

Considerato che la spesa per mantenere un hotel di buon livello, con una capacità di 100 posti letto, non supera i 40.000 euro al mese, la risposta pare abbastanza ovvia. Purtroppo i coordinatori delle cooperative, generalmente onlus, che gestiscono questi campi e lottano per una corretta regolamentazione dell’immigrazione, sono abbandonati a loro stessi nella lotta alla mafia, e spesso devono “sottomettersi” alle decisioni dei clan mafiosi; aggressioni e minacce di morte non mancano infatti tra i metodi coercitivi.

Permanenza in un campo d’accoglienza: burocrazia e delinquenza

Lo Stato-mafia che governa l’Italia ha trovato ovviamente il modo per mantenere i campi d’accoglienza costantemente pieni di “ospiti” e crearne sempre di nuovi: la burocrazia. La permanenza media in un campo di accoglienza, dovrebbe essere di qualche mese, ovvero, il tempo di accettazione o rifiuto del singolo migrante sul territorio italiano da parte dell’autorità competente. Ma la realtà è ben diversa.

Quasi nessun migrante viene accettato con lo stato di “rifugiato” o in “asilo”, ma nemmeno viene rimpatriato a differenza di quanto falsamente viene spesso detto da politici ed importanti TG nazionali. Tramite avvocati d’ufficio ha così inizio la trafila burocratica dei ricorsi: primo, secondo e terzo grado, portando la permanenza dei migranti presso le strutture d’accoglienza da pochi mesi e diversi anni.

Molti degli “ospiti” del campo di Vittoria si trovano qui da più di 5 anni, con permessi di soggiorno provvisori costantemente rinnovati. Alcuni di questi lavorano nelle serre o nelle piantagioni fuori dal centro abitato, spesso attraverso il ben diffuso caporalato. Altri, visti i maggiori introiti, nonché il tacito benestare delle Forze dell’Ordine e della prefettura, si dedicano allo spaccio ed alla gestione della prostituzione nel centro cittadino; non è infatti difficile vedere nelle piazze principali, come piazza Manin, immigrati occupati nelle trattative di vendita della droga, ed agenti della Polizia Locale che, facendo finta di non vedere nulla, proseguono nell’attività di controllo dei tagliandi di pagamento delle auto in sosta, lasciando la delinquenza indisturbata.

Andrà quindi sempre peggio?

Sicuramente non sarà la casta politica italiana a risolvere questa situazione; qualsiasi partito risulta verosimilmente corrotto e colluso. L’unica salvezza sarebbe un cambio di mentalità, ed una forte presa di posizione per cambiare le leggi europee sulla distribuzione dei migranti tra gli Stati membri. Solo quando gli italiani riusciranno a sradicare la mafia dallo Stato le problematiche potranno essere risolte.

I magistrati Falcone e Borsellino si rivolterebbero nella tomba sentendo la dichiarazione di un cittadino vittoriese: “purtroppo Falcone e Borsellino hanno agito in tempi sbagliati, quando la gente appoggiava la mafia: i siciliani vedevano i mafiosi come dei Robin Hood per il popolo. Ora però la mafia è “cambiata”, agisce per arricchirsi, non per aiutare gli isolani”. Questa semplice ammissione potrebbe essere un punto di partenza per cambiare mentalità, eliminare la mafia e risolvere buona parte dei problemi del bel Paese.

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